Scendo da te, in giardino, lungo quel laghetto riflesso che ci ricorda di notti insonni.
Là, nel bagliore solitario di un lampione – già giorno dei miei giorni.
Vorrei parlarti di un destino vago, che si aggira smarrito tra le stanze della villa.
Citarti i ricordi più lontani, immersi nel centellinare del tempo.
C’è luce nella finestra dei tuoi giorni. Luce e ombra.
Così è nell’inquietudine della vita, nello sbaraglio del cammino.
Sono tornato nella antica casa dei miei trascorsi.
E’ immutata nel ricordo, anche il cielo è il medesimo.
Lo vedi che si staglia nella notte, così come il giorno che lo accompagna.
Luce e ombra contenuta nello spazio dei pensieri, nell’adombrare l’eco del passato.
Sognerò altri panorami nella quiete della notte.
Afasici diorami di momenti trascorsi.
Istantanee riproposte prive di perché, cliché di istanti ormai andati.
Il volto della notte mi appartiene in questo sognare.
Così come i frammenti delle mie parole, immerse nell’ Impero delle luci.
L’impero delle luci, di Renè Magritte, immagine del web.
molto bella Rinaldo!
Stupendo racconto quasi una composizione poetica ispirato a questo splendido dipinto di Magritte, diverso dai soliti. Complimenti bello davvero
Un racconto splendido, Rinaldo, che brillantemente interpretao il dipinto selezionato… ammiro sempre i tuoi componimenti in prosa e in versi per l’abile uso delle metafore…
Ros
Bello, bello davvero hai ridipinto il quadro, una casa avvolta nel buio illuminata da un lampione ma è giorno…ricordo e sogno realtà e irrealtà …il tutto sei riuscito a tradurlo in parole…Stupenda pagina. Complimenti
Rinaldo mi lasci sempre affascinata dai tuoi scritti
Squisite riflessioni del vivere tra giorno e notte…bravo Rinaldo 🙂