È nello spazio di un tempo concluso che la terra ospita la tua storia. Il vento spazza via l’istante portando lontano i tuoi pensieri. Albe e tramonti scandiscono l’immobilità delle ore. L’alternarsi delle stagioni getta luce, pioggia e neve, su questi spazi battuti dal silenzio. E’ la tua voce, un pallido eco che rimbalza in lontananza, che rende vivo il ricordo, che rinnova la tua presenza.
La terra, come una madre, ti accoglie con un abbraccio, dove la natura ti culla nell’alternanza del suo essere, del suo manifestarsi. Socchiudo gli occhi, per la polvere portata dal vento e per mettere meglio a fuoco il riflesso dei tuoi giorni. E allora mi appaiono tutti in fila, una collana di momenti che disegnano la tua storia, sorrido al pensiero di quale meraviglioso strumento è la memoria, mentre le mie labbra sussurrano un lieve canto.
Perché ora, tu sei qui con me.
Foto di Henri Cartier Bresson
Davvero un’eccellente interpretazione dello scatto scelto, Rinaldo: bravissimo come sempre…
Ros
Grazie Ros, mi colpiva quell’universalità di sepoltura, allora ho cercato, in qualche modo, di renderla viva.
un caro saluto.
Una stupenda pagina c’è tanta poesia nel tuo scritto. Particolare interpretazione dello scatto di Brasson. Complimenti
Grazie Tina, c’è un profondo senso di pace e nel contempo di dramma (forse la desolazione e il grigio) in quella immagine. Mi ha colpito nel profondo.
Un caro saluto.
Non ho parole il tuo racconto/ pensiero e nella tua interpretazione ispirati dallo scatto stupendo e particolare di Cartier Bressono si racchiude il passagio di una vita qualunque, ma si coglie anche il passaggio di una vita che proprio in questi giorni si ricordano i momenti più vivi che hanno segnato il Mondo intero. Complimenti sei stato davvero bravo.
Cara Jalesh, ti ringrazio. Come ho già scritto qui sopra, mi ha molto colpito questa immagine e allora ho provato a trasferire le mie emozioni sulla pagina.
Un abbraccio.