L’orologio di Milano fa tic-tac.
E tu sei immobile nei tuoi otto anni
a giocare al fermo immagine
quando avresti voglia di correre
e scalciare il pallone,
ma il gioco è di squadra
e la squadra sono i tuoi amici.
L’orologio di Milano fa tic-tac.
Elena avanza con le sue treccine,
mentre Mario, che ha appena
terminato di dire tic-tac, si volta e
osserva quelle buffe statue congelate
come la fiaba di Perrault.
Cent’anni di sonno e non di
solitudine, quella di Márquez,
si aprono al gioco,
e la Bella addormentata,
si ferma nel ricordo
di quel prato verde e di quell’albero
del parco cittadino,
mentre l’orologio di Milano fa tic-tac.
…è una fiaba ben articolata e pensate…versi originalissimi e molto particolari. Come sempre bravissimo buona domenica bisous
Una favola……molto particolare…fra le righe c’è molto di più……eccezionale…buona dpmenica
Brano che ha proprio le caratteristiche di una fiaba… Sempre un piacere leggerti, Rinaldo
Ros
Quante cose in questa fiaba….un vero capolavoro Rinaldo 🙂
Tenerezza nostalgia rammarico , ma bisogna continuarla questa fiaba un abbraccio Marina